La situazione nazionale e internazionale dell’ultimo anno ha portato di nuovo sotto i riflettori, con spunti più urgenti che in passato, il tema della copertura internet sui territori, per privati e aziende. Un tema su cui il quadro nazionale si presenta ancora complesso e piuttosto variegato.
Dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica annunciata un’accelerazione
Poche settimane fa, il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, ha parlato di forti investimenti sul tema, tanto da voler garantire una connessione Internet ultra veloce a tutte le famiglie e le imprese entro il 2026.
Una strada che non sarà comunque semplice da percorrere: attualmente in Italia il 60% delle famiglie non ha una connessione Internet, o ne hanno una estremamente arretrata. Un quadro che mal si concilia non solo con gli aspetti professionali, ma anche familiari visti i lunghi periodi di didattica a distanza che sono stati imposti ai ragazzi, spesso senza verifiche sulle possibilità reali di attivazione, specie in territori decentrati.
L’Italia, con questi dati, oggi risulta uno dei Paesi in Europa con il maggior digital divide.
Per colmare il digital divide: l’incognita 5G
Quali sono dunque i canali su cui ci si muoverà per ridurre questo divario? Uno è la connessione 5G, che sta scontando però, anch’essa, difficoltà non trascurabili. A due anni dall’avvio della sperimentazione la copertura ha raggiunto appena il 10% del territorio nazionale. Il tema del resto è molto controverso, e da subito ha innescato un dibattito acceso. Centinaia di amministratori locali hanno richiesto di interrompere l’installazione di nuove antenne, nonostante i pareri rassicuranti sulla nuova tecnologia emessi da Organizzazione Mondiale della Sanità e Commissione europea.
Attualmente la tecnologia 5G è disponibile praticamente solo nelle grandi città, con le principali compagnie telefoniche che stanno realizzando le reti.
La fibra connetterà anche i centri minori
Nell’ambito delle azioni previste per il Recovery plan sono inserite voci di investimento sia per la tecnologia 5G che per la banda ultralarga fissa attraverso connessioni in fibra. Su quest’ultima tecnologia si sta assistendo allo sforzo di diversi operatori che, in collaborazione con le pubbliche amministrazioni, stanno coinvolgendo anche le aree periferiche. Aree che hanno colto pienamente l’importanza che questo fattore ricoprirà per il loro futuro. Lo ha rimarcato anche la pandemia: con una buona copertura internet, pensare di vivere e lavorare a distanza anche in un paese al di fuori delle grandi città, che offre una buona qualità di vita dal punto di vista dell’ambiente, della socialità, dell’importanza culturale e artistica, è divenuta un’opzione molto appetibile.
Intanto la situazione della connettività però è a “macchia di leopardo”
Attualmente però, ci confrontiamo con un quadro che sul territorio italiano resta a “macchia di leopardo”, con connessioni diverse, più o meno prestanti, anche a distanza di pochi chilometri. Al momento quindi le aziende possono trovarsi in difficoltà anche solo nel capire quale sia la migliore connessione di cui possono dotarsi.
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