Ha aperto un dibattito di grande interesse la recente ricerca realizzata da Bankitaliasu quelle che sono state le ricadute dello smart working nella fase della pandemia Covid.
Una ricerca suddivisa in capitoli distinti, uno dedicato al settore privato e uno alle pubbliche amministrazioni. E l’analisi condotta sulle aziende private ha rimarcato in modo incontrovertibile come lo smart working abbia avuto, in un anno economicamente molto difficile, un ruolo importante e ricadute positive. Purchè il lavoro da casa venga gestito attraverso una piattaforma agile e affidabile.
Grazie allo smart working, preservata l’occupazione
Bankitalia infatti rileva che avrebbe contribuito a limitare le conseguenze economiche negative della pandemia, in particolare sull’occupazione. I dipendenti del settore privato che hanno fatto ricorso al lavoro da casa durante la pandemia, spiega la ricerca, “hanno conseguito una retribuzione mensile più elevata (+6%), per effetto del maggior numero di ore lavorate, e hanno fatto meno ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni rispetto ai colleghi”.
La ricerca certifica anche un aumento della produttività
Tra i dati più interessanti emersi dall’analisi della Banca centrale italiana, nel 2020 il ricorso allo smart working è cresciuto soprattutto per le donne (+ 1,5% rispetto agli uomini), e tra i lavoratori delle imprese di maggiori dimensioni.
Inoltre viene certificato anche un aumento della produttività attraverso il lavoro da casa: è emerso appunto un aumento del 6% nelle ore di attività.
Lo smart working crescerà anche dopo la pandemia
Sono molto interessanti anche le prospettive di crescita per una metodologia di lavoro che, c’è da scommetterci, anche se ha visto un’esplosione legata alla pandemia, proseguirà ad essere utilizzata anche una volta che ne usciremo, molto più che nell’era pre-Covid.
Bankitalia stessa valuta la quota dei lavoratori in smart working ancora contenuta rispetto al potenziale. Spiega la ricerca: “è verosimile ipotizzare che l’estensione dello smart working a una più ampia platea potrebbe avere ricadute positive per il mercato del lavoro anche nei prossimi anni. La quota di lavoratori che potrebbe facilmente lavorare da remoto (autonomi, dipendenti del settore privato e pubblico) sono in Italia il 30,4%, ovvero 7 milioni di individui”.
Opportunità per conciliare lavoro e famiglia e per i territori decentrati
Non soltanto lo smart working ha rappresentato un elemento di sicurezza in ottica anti contagio, ma ha evidenziato in pieno le opportunità di conciliazione tra lavoro e vita familiare (da qui l’uso più massiccio da parte delle donne), nonché la possibilità di sostenere la tenuta socio economica di quei territori decentrati che finora erano aggrappati al pendolarismo dei residenti.
Ottimizzare lo smart working con gli strumenti agili e integrati MasterVoice
Per ottimizzare la resa dello smart working però è necessario poter contare su strumenti agili, sicuri, stabili e possibilmente integrati.
Open Voice, la piattaforma per smart working di MasterVoice ad esempio, integra telefono fisso, chat, video call, e in più documenti e webinar in un’unica suite senza installare applicazioni e senza perdere qualità o sicurezza. È sufficiente un browser per lavorare a distanza e telefonare come dal proprio interno in ufficio, così come chattare, o ancora fare video call con colleghi e clienti.
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